Nell'articolo vengono messi in luce i rapporti societari intercorsi
negli anni '60, finora poco conosciuti, tra Leonardo Del Vecchio e i
titolari cadorini della Metalflex di Venas.
L'articolo è della
direttrice del "Cadore" Giuditta Bolzonello che ha
intervistato Gian Carlo Soravia, ultimo testimone diretto vivente di
quegli eventi.
Leonardo Del
Vecchio,
imprenditore visionario
La notizia della
morte di Leonardo Del Vecchio
è arrivata a fine giugno come un
fulmine a ciel sereno:
aveva 87 anni ed una fama planetaria
un po’
per merito del Cadore.
Imprenditore
visionario, il patron di Luxottica era il secondo uomo più ricco
d'Italia con un patrimonio stimato in 25,8 miliardi di euro. Nasce
orfano nel 1935, a 7 anni fu affidato all’orfanotrofio Martinitt
di Milano. Raccontava: "Sono cresciuto senza padre e in
istituto. Crescere senza famiglia è qualcosa che non si può
spiegare, se non lo si è vissuto, ti segna". A 14 anni va a
lavorare come garzone in una fabbrica di medaglie, frequenta i corsi
serali all'Accademia di Brera per studiare design e incisione. A 22
anni si trasferisce in un piccolo paese del Trentino come operaio in
una fabbrica di incisioni metalliche. Ma non è nel 1958 che arriva
ad Agordo, come generalmente riportato dai media, per produrre
stampi per gli occhiali da fornire alla Metalflex di Venas di
Cadore. In Agordino ci arriva nell'aprile 1961, dove nello studio, a
Belluno, del notaio di Agordo Adolfo Soccal sottoscrive la sua
partecipazione per 1/3 del capitale, apportando i macchinari del suo
laboratorio di Milano, che cessò di esistere, e come socio
accomandatario, nella neonata Luxottica s.a.s. I 2/3 del capitale e
soci accomandanti sono i titolari della Metalflex di Venas di Valle
di Cadore, e precisamente Francesco Da Cortà, proprietario per 1/3
e Vittorio Toscani dell'altro terzo. Egli rappresentava anche, con
patto parasociale, il fratello Elio. A quel tempo la fabbrica di
Agordo non era ancora costruita, lo fu solo nel mese di ottobre.
Quel periodo da aprile ad ottobre 1961 Del Vecchio lo trascorse a
Venas, presso la sede della Metalflex. Quindi Leonardo Del Vecchio è
stato il grandissimo imprenditore che ha avuto un trampolino di
lancio in Cadore.
Tutte le biografie ricordano il legame con la
Metalflex di Venas che non c'è più da tempo, in quel fabbricato è
stato realizzato un condominio. Per saperne di più ci siamo rivolti
a Giancarlo, Carlo per gli amici, Soravia che in quell'importante
azienda ha lavorato dal 1963 e che ha conosciuto bene Del Vecchio,
come funzionario di collegamento tra le due aziende, dal 1966 al
1969. La Metalflex fu fondata nel 1948 con il nome di Siclov
(Società Industria Cadorina Lavorazione Occhiali Venas) da
Francesco Da Cortà con Elio Toscani assieme al fratello Vittorio.
La Metalflex, che per le proprie capacità produttive si sentiva
stretta nella sede di Venas vide bene lo stabilimento di Agordo.
Soravia ricorda che al suo arrivo alla Metalflex i titolari e il
capo dei rappresentanti di commercio della stessa, Mario Da Rin di
Laggio/Vigo di Cadore, lo misero al corrente dei preliminari delle
trattative tra la Metalflex e Del Vecchio a Milano. Mario Da Rin fu
colui che fece da tramite tra le due parti.
“Secondo quanto gli
raccontarono, lo stesso Del Vecchio
fu trattato con molta generosità
dai cadorini,
sia perché aiutato nel difficile momento che stava
attraversando
il suo laboratorio di Milano,
sia accettando tutte le
sue richieste statutarie.”
Verso il 1968 Del Vecchio chiese ai
soci di commercializzare attraverso i loro canali anche una linea
“Luxottica”, ma questi rifiutarono: cominciarono a sorgere degli
attriti. Un giorno Del Vecchio offrì ai soci una determinata cifra
per rilevare le loro quote. La compravendita finale avvenne nel
1969. Luxottica venne quindi ceduta totalmente a Del Vecchio, tre
anni dopo l'improvvisa morte di Vittorio Toscani. La Luxottica in
poco tempo passò anche alla produzione di montature in metallo
complete e poi di montature in acetato da lastra. La Metalflex perse
così i suoi migliori clienti, che si rivolsero direttamente alla
fabbrica di Agordo, guidata da un “patron” giovane, affidabile,
esperto tecnico, dinamico, che ispirava totale fiducia. Per Soravia,
“i sindaci cadorini non vedevano di buon occhio la realizzazione
di altre fabbriche”. A questo punto bisogna rendere il dovuto
merito al sindaco di Agordo dell'epoca, il cavalier Carlo Bortolini
(Follina, 1903 - Agordo, 1985). Egli, preoccupato per la chiusura
delle miniere locali con conseguente perdita di posti di lavoro e
desideroso di dare uno sbocco industriale al comune, acquisì da
vari privati dei terreni in località Valcozzena, li dotò di
infrastrutture e tramite il BIM li offrì ai cadorini. Come si legge
nel libro del 2019 di Agostino Amantia “L’INDUSTRIALIZZAZIONE
DEL COMPRENSORIO DEL VAJONT”, a sottoscrivere l’accordo con gli
esponenti della Vallata Agordina del BIM per l'insediamento della
prima occhialeria dell'agordino fu proprio Francesco Da Cortà, che
lo fece il 27 marzo 1961, esattamente un mese prima della
costituzione della società Luxottica (27 aprile 1961).
Soravia non intende dilungarsi ulteriormente
sull'argomento, fa presente che in data 17/5/2022 è uscito il libro
di Tommaso Ebhardt “LEONARDO DEL VECCHIO” della Sperling &
Kupfer. Si tratta di un grande lavoro di ricerca da parte di Tommaso
Ebhardt durato tre anni, dove per la prima volta viene trattato
approfonditamente il sodalizio, dal 1961 al 1969, tra Metalflex e
Luxottica. Il nome Metalflex come quello dei suoi titolari (assieme
a quello dello stesso Soravia) appare nel libro decine di volte. È
un grande passo avanti per avere così dato finalmente uno spazio
adeguato a questa iniziale Luxottica del 1961 composta per 2/3 da
cadorini, cosa sempre finora tenuta in ombra.
P.S. (18/6/2023)
Con l'occasione segnalo l'intervista di Walter Musizza allo scrivente apparsa su "IL CORRIERE DELLE ALPI" in data 4/2/2017 dal titolo:
Allego anche lo statuto originale della Luxottica s.a..s. del 1961
https://drive.google.com/file/d/1q2VEUVYtJOl72cciM4dHQTI2SvPC2KB2/view?usp=sharing