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sabato 12 settembre 2015

L'ANTICA BERUA CORRISPONDEVA A VALLE DI CADORE ?



Lo storico latino Plinio il Vecchio (Como, 23 - Stabia, 79 d.C.) nella sua Storia naturale ricorda che "Feltre, Trento e Berua sono centri dei Reti, e Verona è dei Reti e degli Euganei". Poi aggiunge: "Si ritiene che i Reti, discendenti degli etruschi, condotti da Reto, furono scacciati dai Galli".

Nel mio Blog sul dialetto e la storia di Venas e del Cadore alla voce Zuglio Lettere T-U-V-Z ho tentato di sostenere il collegamento di Berua con Valle di Cadore, scrivendo:

Alcuni studiosi hanno ipotizzato che il Cadore fosse un municipio romano a sè, con il nome di Berua e con sede a Valle, risolvendo così l'interrogativo della parola "Beruenses" accostata da Plinio il Vecchio  a "Feltrini et Tridentini" (Naturalis Historia, III, 130), interrogativo che resta ancora aperto. Plinio fa comunque una distinzione tra Feltrini, Tridentini e Beruenses, definiti "Raetica oppida", e Iulienses, definiti "Carnorum [oppida]" cioè rispettivamente Reti e [Galli] Carni. Il nome "oppidum" (pl. oppida) in latino poteva significare: luogo fortificato, castello, piazzaforte, città, selva trincerata (presso i barbari Britanni); altri danno anche il significato di municipio.
Secondo lo studioso dei popoli italici pre-romani Santo Mazzarino, Plinio designava come "retici" quei territori nord-etruschi, non del tutto distrutti dai Galli. Ma, come si vede, per gli "Iulienses" non ha scritto, come avrebbe potuto, "Raetorum et Carnorum" (analogamente a quanto scrisse per Verona: "Raetorum et Euganeorum"), cioè [Galli] Carni sovrapposti ai Reti, ma scrisse solo "Carnorum"; forse voleva intendere che l'influsso retico era ormai scomparso. Da questo punto di vista, la parola reto-romanzo, applicata oggidì al linguaggio carnico (friulano) è forse una forzatura.
Ritornando a Berua, già il grande Theodor Mommsen (Garding, 1817-Berlino, 1903) aveva sostenuto la tesi della presenza di un municipio romano a Valle, e il prof. Carlo Anti (Villafranca di Verona, 1889-1961) aveva sviluppato questa tesi collegando il municipio di Valle con il nome di Berua. Un indizio di questa località viene dal dott. Enrico De Lotto (S.Vito di Cadore, 1911 - Domegge, 1963), nella introduzione del libro "Gli scavi archeologici di Valle di Cadore" Tipografia "Panfilo Castaldi" - Feltre - 1963, quando scrive, parlando della strada che da Perarolo portava a Valle di Cadore: "...l'antica strada della Greola (o Berula ?), chiamata anche oggi via romana..."

Inoltre la seguente iscrizione, trovata a Feltre, presumibilmente più antica di quella trovata a Belluno e dedicata a Marco Pudente [Vedi la voce Roma Lettere P-Q-R (dove si approfondisce anche il significato del termine dendrofori)], sembrerebbe confermare la vicinanza di Berua a Feltre:
C(aio) Firmio C(ai) f(ilio) Menen(ia) Rufino equo pub(lico) Lauren(ti) Lav(inati) dec(urioni) flamin(i) patrono collegiorum fab(rorum) cent(onariorum) dendrophorum Feltriae itemque Beruen(sium) colleg(iorum) fabr(orum) Altinatium patrono.
[Per la traduzione ed un riferimento a recenti studi su Berua, vedi la voce Feltre Lettere E-F]

Venas di Valle di Cadore, 12/9/2015


Giancarlo Soravia


P.S.
Allego la piantina delle Zone Archeologiche di Valle, che si trova nel sopracitato libro del dott. De Lotto (fare click sull'immagine per ingrandire):






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