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giovedì 6 febbraio 2020

UBALDO OPPI, IL PITTORE CHE AMAVA VENAS

Articolo pubblicato su "L'Amico del Popolo" di Belluno a firma Walter Musizza, in cui sono citato come fonte di notizie su Ubaldo Oppi a Venas:

Link alla pagina dell'Amico del Popolo del 30 gennaio 2020 e al mio Post del 22 aprile 2019:


https://drive.google.com/open?id=1iRDAVYRCPILFPGGB_0VUeW2DgeC8oZJJ

https://gcarlosoravia.blogspot.com/2019/04/due-famosi-pittori-italiani-del-primo.html


 Giancarlo Soravia








L’Amico del Popolo                                             pag. 33
30 gennaio 2020 - n. 5


Cultura
L’Amico del Popolo

VICENZA IN MOSTRA FINO AL 13 APRILE IN BASILICA PALLADIANA

Ubaldo Oppi, il pittore che amava Venas
In pieno Novecento fu attento studioso della lezione quattrocentesca

     Tra i tanti luoghi del Cadore che recano evidenti le ferite inferte dalla tempesta Vaia di fine ottobre 2018 c’è anche la zona del «Jou de Patin» a Venas, situata all’inizio del paese per chi va verso Cortina. Il cedimento di molti alberi ha alquanto modificato il panorama, tanto che ora dalla strada statale si riesce a vedere bene la borgata «Giau», abbarbicata sul limitare del «Jou», che scende ripido verso il Boite, che qui forma il lago artificiale di Valle, oggi in gran parte interrato.
     Come segnala Giancarlo Soravia sul suo blog https://blog-cadorin-books-pietrosoravia.blogspot.com/ [adesso https://giancarlosoravia.blogspot.com/ ] a questa piccola frazione rimase legato uno dei più grandi pittori italiani del novecento, Ubaldo Oppi.    A lui è dedicata un’importante mostra promossa dal Comune alla Basilica Palladiana di Vicenza e curata da Stefania Portinari. Essa si intitola «Ritratto di donna. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi» e rimarrà aperta fino al 13 aprile 2020. [https://www.comune.vicenza.it/vicenza/eventi/evento.php/233504]
     A ospitare il pittore a Villa Alma per parecchie estati negli anni Venti del secolo scorso fu la famiglia «Giavi de Sote», ovvero Tomaso Giavi e sua moglie Alma. Tomaso era nato a Giau di Venas nel 1879 e si era poi trasferito a Milano e quindi a Venezia. Sposò la nobile Alma Leone Masciadri (1892-1986), nota per aver tenuto a Milano negli anni Sessanta e Settanta un salotto frequentato da personaggi famosi e per essere stata ritratta da Ubaldo Oppi nel quadro che lo stesso presentò nel 1928 alla XVI Biennale di Venezia. La coppia ebbe due figli: il maschio, Roberto, nato a Venezia nel 1918, fu ufficiale degli alpini e partecipò alla campagna di Russia nella divisione Julia durante la seconda guerra mondiale. Imprenditore nel ramo del carbone e del petrolio, fu presidente della Camera di Commercio e Console onorario del Messico a Venezia.

Il «Ragazzo cadorino» di Oppi in mostra a Vicenza.

     Oppi, nato a Bologna nel 1889, dopo aver seguito le orme del padre commerciante e viaggiato in Austria e Germania, venne accettato nel 1906 all’Accademia di Vienna, dove seguì i corsi di Gustav Klimt entrando in contatto con l’ambiente secessionista e studiando anche anatomia. Dopo un tour in Russia, si stabilì a Venezia ed espose a Ca’ Pesaro nel 1910, poi partì per Parigi dove frequentò Severini e Modigliani e approfondì la lezione del Quattrocento italiano. Partecipò alla prima guerra mondiale, venne ferito e fatto prigioniero a Mauthausen e nel corso della prigionia realizzò un centinaio di acquarelli e disegni. Nel 1919 era di nuovo a Parigi, poi a Milano, dove fu tra i fondatori del Gruppo Novecento. Dopo una svolta mistica, dal 1926 al 1932 partecipò a diverse edizioni della Biennale veneziana e negli anni tra il 1927 e il 1928 affrescò la cappella di San Francesco al Santo di Padova. Nel 1932 si ritirò a Vicenza dove visse gli ultimi anni fino alla morte nell’ottobre 1942.
     Durante le sue vacanze a Venas realizzò molti dipinti e disegni, alcuni dei quali riprendono il paesaggio dalle vicinanze della stessa Villa Alma che lo ospitava, come a esempio «Sera a Venas» e «Paesaggio cadorino». Ricordiamo anche «Ragazzo cadorino» e tante altre opere che riprendono scorci del corso, della fontana e della chiesa di S. Martino di Valle, nonché alcune scene di vita agreste e quotidiana, tutte degli anni ’20. Bellissima la sua «Donna sul balcone» (olio su tela cm 110 x 94), del 1921, in uno stile che è stato definito realista neo-quattrocentesco, in cui l’intensità del pensiero e dello sguardo della giovane sembra stemperarsi nel paesaggio della Val Boite contemplato da un ballatoio cadorino.
     Come illustra bene la mostra vicentina, dove spiccano molte opere realizzate in Cadore, Oppi nei suoi pregnanti ritratti femminili sa fissare sulla tela il cambiamento in atto negli anni Venti del novecento, che vede le donne conquistare via via un ruolo sempre più autonomo e indipendente, divenendo più sicure e seduttive, capaci di far sentire la loro crescente influenza nella società e nella cultura. E che un esempio paradigmatico di questa nuova figura di donna, che troverà in Massimo Bontempelli un acuto osservatore e descrittore, sia stato colto da Oppi nel riposto Cadore, ci lascia ammirati e stupiti. E ci induce magari ad approfondire e valorizzare ancora di più questo legame affettivo e artistico che lega uno dei più grandi artisti del novecento ai nostri paesaggi e atmosfere.

W. Musizza



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